Mi sono sempre domandata il perché di questo nome. Perché questo dolce tipico della tradizione natalizia, che troviamo in tutta la Grecia ha questo nome così curioso?
Non deriva dai maccheroni, o makaronia in greco, non cercate in questa direzione.
Cercate invece, sempre che siate curiosi, nei dizionari etimologici.
“Makaronia” deriva dalla parola bizantina “makaronìa” che era un pranzo funebre a base di farinacei.
La makaronìa a sua volta, deriva dalla parola greca antica “makarìa” che era una sorta di pane di forma allungata che si offriva dopo i funerali. Da qui il termine makarios, beato, felice.
Questo pane, nella stessa forma, in tempi più recenti, è stato tuffato nel miele ed è diventato melomakarono.
Dalla makaronìa in Italia deriva il lemma maccheroni.
E in Francia il “macarons”.Dell’etimologia dei lemmi ci sono come in ogni storia che si rispetti diverse versioni.
Questa, testè descritta, è una delle più accreditate e a mio modesto parere la più suggestiva.
Come dicevo prima, questo dolce è tipicissimo di Natale.
E non pecco di eresia se dico che Natale senza melomakarona non è Natale.
Ingredienti:
Per l’impasto:- 2 tazze da tè di farina 00
- ½ cucchiaino di bicarbonato di sodio
- il succo e la scorza grattugiata di un’arancia non trattata
- 1 tazzina da caffè di olio di semi (ho usato di mais)
- un pizzico di sale
- 1 cucchiaio di zucchero semolato
Per il ripieno:
- 1 manciata abbondante di noci pestate nel mortaio
- 1/2 cucchiaino di cannella in polvere
- la punta di un cucchiaino di chiodi di garofano in polvere
- ½ cucchiaino di miele (io ho messo il golden syrup)
Per lo sciroppo:
- 2 tazze da tè di zucchero
- 1 e mezza tazza da tè di acqua
- il succo di mezzo limone
Procedimento:
Versiamo l’olio e lo zucchero in un recipiente. Amalgamiamo bene e uniamo il succo di arancia dentro il quale avremo sciolto il bicarbonato. Sciogliamolo sopra il recipiente che fa schiuma. Mescoliamo e aggiungiamo la farina con il pizzico di sale e la scorza dell'arancia. Mescoliamo bene e formiamo l’impasto che cerchiamo di lavorare poco, se non perde morbidezza.
In una ciotola mescoliamo gli ingredienti del ripieno.
Prendiamo un pezzo dell’impasto, più o meno della misura di una grossa noce e anche di più, facciamo una pallina, appiattiamo con le mani, e mettiamo in mezzo ½ cucchiaino del ripieno.
Chiudiamo e gli diamo la forma che vogliamo. Allungata o a triangolo. Io li ho fatti a triangolo.Li sistemiamo con la chiusura in basso in una teglia foderata con carta da forno e cuociamo a 180 gradi per circa mezz’ora, o finchè non diventino belli dorati.
Mentre cuociono, prepariamo lo sciroppo.
Mettiamo gli ingredienti in un pentolino e facciamo bollire per 5 minuti.
Togliamo dal forno i melomakarona e lasciamo raffreddare. Facciamo in ognuno di loro un paio di buchi con uno stuzzicadente per permettere allo sciroppo di penetrare.
Li tuffiamo nello sciroppo caldo, pochi alla volta, li lasciamo un minuto, li giriamo e li lasciamo ancora un minuto.Togliamo con la schiumarola e sistemiamo in un piatto.
Facciamo restringere lo sciroppo e versiamo su ogni melomakarono un cucchiaino.
Spargiamo le noci del ripieno che abbiamo avanzato.
Copriamo con della pellicola trasparente.
Durano da qui fino a Natale.
Note: si usa decorare i melomakarona, passandoli sui fori della grattugia, oppure con una forchetta come per gli gnocchi. In questo caso il melomakarono sta sul piano di lavoro e la forchetta ci passa sopra solcandolo. Io non l’ho fatto.
Sono stata redarguita da mia sorella perché non ho messo 1 cucchiaio o due di brandy nell’impasto.Voi se volete mettetecelo.
12 commenti:
Νάσαι καλά για την υπέροχη και νόστιμη ανάρτηση!Αύριο γιορτάζει το Μιλάνο μας.!!
Questi sono i dolci natalizi che amo di più!! La mia ricetta, cioè quella della suocera, è un po' diversa ma davvero sono uno tira l'altro..Non avrei mai immaginato tutta questa "etimologia funeraria" ma grazie per avermela fatta conoscere!
Ah le sorelle...;-)
In pratica tutte cose che rendono felici, non solo etimologicamente parlando, sia che si chiamino melomakarona, macarons o maccheroni!! ;-))
@amici
grazie! si, domani è la nostra festa!
@ornella
nemmeno io la sapevo fino a qualche tempo fa. ma la tua ricetta prevede il brandy? :)
@francesca
hai ragione. deliziose tutt'e tre!
Sì ci metto il Metaxa :-)
@ornella
non ce l'ho il metaxas!!!! :)
bacio
hai postato i kourabiedes?
Ciao, ho provato a farli e sono buonissimi!! non li avevo mai assaggiati, e sono davvero spettacolari! unica cosa su cui non son sicura...le tazze di farina sono sempre tazze da thè? io le ho messe così, solo che l'impasto è molto morbido (tipo quello della pizza) e risulta difficile modellarlo con le mani... (ho bagnato sempre le dita prima di modellare le palline=))..deve essere così o serve più farina? grazie mille, claudia
@claudia
grazie. sono felice che ti siano piaciuti.
per tazze si, intendo tazze da thè. prima di aggiungere altra farina, prova a lavorare un pò di più l'impasto, dovrebbe indurirsi un poco. se non succede, aggiungi un poco ancora di farina, poca però, giusto per poter modellare. l'impasto deve essere morbido ma poterlo plasmare agevolmente con le mani.
irene
grazie per la ricetta e le notizie!
mia cugina , a Corfù, mette le noci nell'impasto
Betty
@beatrice
si, è una delle versioni come la mia del resto. capita spesso con le ricette della tradizione! :)
ps. corfù è nel mio cuore, salutami la cugina
irene
bella ricetta , le tazze sono quelle americane.grazie
grazie! no, le tazze sono quelle "nostrane" del tè, capienza 200 ml.
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