La ladopita
(torta all’olio) si incontra in diverse località della Grecia. Dolce o salata,
è una preparazione emblema della cucina greca che è sempre stata caratterizzata
e contraddistinta dall’uso abbondante di olio. Di oliva ovviamente. Io stessa scherzando,
affermo spesso che nelle mie vene scorre olio di oliva, tanto era l’uso che si
faceva nella cucina tradizionale.
La ladopita può
essere dolce o salata. Salata è quella dell’isola di Skyros, mentre dolce è
quella di Lefkada ed è indubbiamente il dolce più diffuso e conosciuto
dell’isola. Lo si trova ovunque e ormai praticamente sempre, mentre una volta
era il dolce delle feste, dei matrimoni, di Capodanno.
Le sue origini
sono nella Lefkada contadina; i contadini avevano olio in abbondanza grazie
alla produzione in proprio, mentre gli abitanti dei centri cittadini che lo
compravano, sempre prezioso e caro, la preparavano perlopiù a Capodanno,
soprattutto dal dopoguerra in poi.
Una manciata di
ingredienti che si trovano in qualsiasi casa sono sufficienti, ma la differenza
la fa la mano che la prepara.
Come riporta la indimenticata Evi Voutsinà (grande
ricercatrice di ricette locali e autrice di libri di cucina tradizionale),
originaria lei stessa di Lefkada, non era assolutamente scontato che le donne isolane avevano la capacità
di prepararla. Difatti erano in non poche a pregare parenti o conoscenti di farla per loro; la sua
mamma, gran esperta di ladopita, un anno ne aveva preparato 17 per i vicini di
casa.
L’ingrediente
addolcente può essere miele dandole il nome di melopita, zucchero che le dà il
nome di zacharopita (zàchari = zucchero”) oppure mosto cotto e in questo caso si chiama
petimezopita. Il procedimento è esattamente lo stesso ma cambiano le
proporzioni degli ingredienti per via del diverso potere dolcificante dei vari
ingredienti. Secondo Evi Voutsinà, la migliore in assoluto è la petimezopita.
Ingredienti: (per una teglia di 23 cm di
diametro)
- 500 gr. di farina 1 oppure 0
- 50 gr. di semolino (quello per fare gli gnocchi alla romana)
- 350 ml di olio evo
- abbondante sesamo
- 5 – 6 mandorle
Sciroppo:
- 650 gr. di zucchero semolato
- 3 cucchiai da minestra di miele
- 800 ml di acqua
- mezzo cucchiaino da tè scarso di chiodi di garofano in polvere (in alternativa 6 -7 chiodi di garofano da scartare dopo la bollitura dello sciroppo)
- mezzo cucchiaino da tè di cannella in polvere
Procedimento: (preparazione 10 min. –
cottura 70 min.)
Scottare le
mandorle in acqua bollente per 1 minuto. Filtrare e spellarle. Dividerle in
due. Tostarle a secco in un padellino antiaderente per un minuto e tenere da
parte.
Versare in una
pentola tutti gli ingredienti dello sciroppo e far bollire per 5 minuti da
quando stacca il bollore. Mantenere lo sciroppo bollente.
Mescolare
farina e semolino.
In una pentola
versare l’olio e scaldarlo molto. Versare la farina poca alla volta nell’olio
girando con una frusta a mano per evitare che si formino grumi. Tostare la
farina per 6 – 8 minuti e finchè non emana un buon profumo di cotto.
Versare lo
sciroppo bollente a mestolate nella farina tostata e cuocere mescolando
continuamente con un cucchiaio di legno. Quando il composto avrà preso la
consistenza di una polenta abbastanza soda ritirare dal fuoco.
Oliare
leggermente la teglia e versare il composto. Attenzione: lo spessore non deve superare i 3 - 3,5 cm.
Livellare bene con l’aiuto del dorso di un cucchiaio. Potete aiutarvi anche con carta forno. Posizionatela a contatto sul composto e con le mani premere uniformemente.
Livellare bene con l’aiuto del dorso di un cucchiaio. Potete aiutarvi anche con carta forno. Posizionatela a contatto sul composto e con le mani premere uniformemente.
Accendere il
forno a 180 gradi, modalità statica.
Spargere
abbondante sesamo sulla superficie e infornare al ripiano di mezzo per circa 1
ora.
Per verificare
la cottura, infilare un coltello tra la teglia e il dolce. Se si stacca
facilmente, il dolce è pronto. Ritirare dal fuoco e lasciare raffreddare bene.
Tagliare a
rombi e mettere nel mezzo di ogni rombo una
mandorla.
Si mantiene
bene per 2 – 3 giorni, coperta con carta di alluminio.
2 commenti:
Un dolce golosissimo che non conoscevo, grazie!
Che dolce particolare! Mi incuriosisce molto
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