03/10/18

il banchetto di Aristofane


Esplicitare più o meno minuziosamente gli ingredienti delle pietanze nel menù di qualsiasi ristorante è diventata ormai una prassi consolidata. I clienti vogliono sapere nel dettaglio cosa mangeranno ordinando un certo piatto e quindi elencare gli ingredienti che lo compongono diventa una necessità. Ciò chiaramente non vale per i piatti codificati dalla tradizione. Tutti sanno cosa mangeranno se ordinano  gli spaghetti alla carbonara al netto di eventuali slanci creativi del cuoco. Qualora ci fossero delle interpretazioni è corretto esplicitarle per non rischiare rimostranze e disaffezioni da parte dei clienti.

Così praticamente sempre quando si va al ristorante ci si trova nelle mani un menù composto da nomi di piatti variabilmente lunghi , secondo estro e creatività di chi lo ha composto. “Risotto con gamberi del golfo di Amvrakikòs, purè di salicornia al lime, bottarga affumicata e riduzione di mosto cotto” dovrebbe essere un nome sufficientemente chiaro per capire cosa si sta ordinando.
Fenomeno nuovo? Mica tanto, anche se sono in molti a esserne convinti.

Basta leggere la commedia di Aristofane “le donne in parlamento” (Ἐκκλησιάζουσαι) per constatare che il primo a descrivere un banchetto con un nome lunghissimo, composto da ben 7 versi senza punteggiature e senza soluzioni di continuità è stato proprio lui.
La commedia fu presentata ad Atene nel 391 a.C; un Aristofane ormai avanti con gli anni ma capace ancora di verbalismi pirotecnici, fa governare la città dalle donne che prendono il potere con l’inganno e instaurano il comunismo integrale. La commedia è godibilissima nonostante un linguaggio a tratti scurrile ma sempre efficace.

Il  banchetto conclusivo che chiude l'opera  dove partecipano tutti, viene descritto in sette versi senza punteggiatura e senza soluzione di continuità. Indubbiamente richiedeva dagli attori che recitavano grandi abilità verbali e dizione perfetta per riuscire a pronunciarlo correttamente.
A me ora resta il dubbio: lo cucino o lo pronuncio? 

λοπαδοτεμαχοσελαχογαλεο-
κρανιολειψανοδριμυποτριμματο-
σιλφιοκαραβομελιτοκατακεχυμενο-
κιχλεπικοσσυφοφαττοπεριστερα-
λεκτρυονοπτοκεφαλλιοκιγκλοπε-
λειολαγῳοσιραιοβαφητραγα-
νοπτερύγων


credits: foto
Traduzione italiana del banchetto: Corriere della Sera collana "I classici del pensiero libero"
pasticciodiostrichepesci-
conigliosalsapestosilfio-
formaggiomiele-

tordimerlicolombi-
piccionipollicefaliarrosto-
palombicutrettolelepri-
mostardaalucce









2 commenti:

Giulia Pignatelli ha detto...

Che meraviglia Aristofane!!! E hai fatto bene a mettere in evidenza quelle parole 😂

Irene ha detto...

@giulia
grazie!!!
un abbraccio

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