Quello che troviamo sin dalla nascita crediamo o che sia sempre esistito o che la sua nascita
risale a tempi remoti, nell’era giurassica, finchè non arriva un’informazione inaspettata
e ci fa collocare correttamente nel tempo la nascita di quello pensavamo senza inizio!
Vale per tante cose, soprattutto per quelle che entrano nel
quotidiano e non hanno un’attribuzione
precisa di paternità, ma sono il
risultato di tante componenti e circostanze, a volte frutto di casualità ma anche di eventi funesti come le guerre e le
occupazioni.
A un periodo funesto
appunto si colloca la nascita della pita, quella del souvlaki con la pita, il
pita gyros, il cibo probabilmente più amato dai greci e anche dagli stranieri
che in Grecia ci vanno. Abbiamo creduto
che sia sempre esistito, che faccia parte della nostra immutabile tradizione,
ma le cose non stanno esattamente così. Intanto
è un’ invenzione recente e non ha
nulla a che fare con la cucina turca, come sono in tanti a
credere. La paternità è greca, semmai di ispirazione italiana! Eh si, perché pare
che durante la seconda guerra mondiale , gli occupanti italiani hanno preteso e conseguentemente
insegnato ai fornai greci di preparargli le friselle, avendo bisogno di un pane di
lunga conservazione. I fornai greci che
conoscevano e preparavano un tipo di
pane dell’Asia Minore simile alla pita hanno evidentemente coniugato le due
techinche, dando inizio all’ascesa gloriosa di un pane così versatile che si
presta a svariate preparazioni!
I forni di
Hatzis e di Lambrakis a Nikea (comune limitrofo del Pireo) sono stati i primi al mondo a produrre la pita per souvlaki.
La prima azienda di produzione di pita invece è del 1952,
costituita dai fratelli Antonis e Kyriakos Papadopoulos originari della Grecia
del nord. I due fratelli, hanno subaffittato un forno a legna dove andavano la sera presto per impastare e
cuocere le pites che impilavano in
cartoni e cassette e distribuivano con
carretti e tricicli, pure a piedi. Per i percorsi più lontani usavano l’autobus
dato che le auto private erano allora un
genere di lusso. La produzione ammontava a 200-300 pites all’ora e si vendono a 4-5 decimi di dracma. I fratelli dovevano
lasciare il forno alle 3 del mattino perché a quell’ora cominciava la
produzione del pane.
Oggigiorno le pites si cuociono in forni elettrici su nastri
scorrevoli e la produzione ammonta ad almeno 250.000 al giorno. Buona parte si esporta.
Stralcio dall’’intervista di Kostantina Hasioti al FOOD (greek
pita) al n. 14-Marzo 2007.
Ingredienti:
Per il pesto:
-
una manciatina di pistacchi non salati
-
1 spicchio di aglio
-
1 foglia di menta fresca
-
2 cucchiai di olio evo
-
un pizzico di sale
Pestare i pistacchi nel mortaio con l’aglio, la foglia di menta e il sale . Aggiungere
l’olio a filo mescolando. In alternativa
frullare tutto insieme.
Poi:
-
1 pita per souvlaki (ricetta)
-
1 fetta di prosciutto cotto tagliata a strisce
-
1 bastoncino (circa 30 grammi) di feta
-
1 manciatina di ribes
-
qualche foglia di sedano verde
-
un cucchiaio di olio evo
Versare l’olio in un padellino e saltare leggermente i
ribes. Toglierli e nello stesso padellino
scaldare la pita da ambo i lati per un minuto per lato. Togliere
dal fuoco e stendere sulla superficie intera uno strato di pesto e poi
distribuire nell’ordine, il prosciutto, i ribes, la feta sbriciolata e le
foglie di sedano tritate.
Finito!!! Saporito quanto basta!
credits: 24grammata
6 commenti:
Ciao! Pensa che in questi giorni ho in programma proprio la pita+souvlaki .. che bontà infinita! Non sapevo però che esistesse anche la pita-pizza nè tantomeno che avesse una storia così lontana alle spalle. Grazie per il piacevole spunto e buona giornata, serena
@serena
ciao Serena. La pita-pizza è abbastanza recente come preparazione, in genere la si prepara in casa quando non si sa cosa cucinare e si ha fretta! :) comunque è buonissima.
buona serata e grazie a te
I tuoi racconti sono sempre interessanti ed istruttivi, grazie
Bell'idea questa pita!
mi piace questo mix di sapori, ci voglio provare ! un bacione
Buongiorno! Molto interessante, mi piace associare ad un piatto tradizionale la sua storia, me lo fa apprezzare ancora di più.
Dovrò sicuramente provare questa ricetta.
Hai ragione le cose che fanno parte del nostro vissuto fin dalla nascita a volte le diamo per scontate o perlomeno che esistano dalla notte dei tempi, poi quando si scopre l'origine e la storia ne restiamo affascinati.
A presto!
@nadia
grazie a te Nadia. quando trovo qualcosa di interessante mi piace condividerlo.
un abbraccio
@chiara
mi sto scatenando con le pites. ora che le trovo pronte, ci dò dentro!!!! :)
@carla
grazie Carla. anche a me piace conoscere la storia dei piatti della tradizione, a volte sono molto più eloquenti e senz'altro più gustosi di un trattato di storia.
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