Ho idea, anzi certezza, che se dovessi osservare i dettami della chiesa ortodossa in campo di alimentazione, non avrei bisogno né di mettermi a dieta ogni tanto, né di cercare di ridurre le carni e i grassi, né di cercare informazioni o guide per gestire correttamente i digiuni, che tra l’altro sono abbondantemente previsti e praticati dagli osservanti.
Il periodo della quaresima e la graduale preparazione per
entrarvi è emblematica e racchiude saggezza, conoscenza, esperienza.
Il carnevale, che come si sa precede la quaresima, è composto da 3 settimane, ognuna con un nome
preciso: la prima settimana si chiama “profoni”, la seconda “kreatini” e la
terza “tyrini”.
Nel mezzo della seconda settimana, che significa più o meno “della
carne” si festeggia la “tsiknopempti” cioè il giovedì dove tradizionalmente si
consuma della carne alla brace e dove il grasso della carne che gocciola produce quel caratteristico odore
e da cui deriva il nome della festa. Questa
è l’ultima settimana dove è permesso consumare della carne.
Durante la terza settimana, quella “dei formaggi” si possono consumare dei
latticini. Trascorsa questa, si
entra nella quaresima con il “lunedì purificato”. Giorno che si festeggia con
gite all’aperto e cibi che poi accompagneranno gli osservanti per tutta la
quaresima.
E’ sorprendente come è prevista una graduale esclusione di
alcuni cibi, per poter permettere al fisico di digiunare a purificarsi senza
dannose improvvisazioni.
E mentre qui siamo in piena quaresima, in Grecia si
trascorre ancora la settimana “delle carni”. La prossima è quella dei latticini
e io approfitto per dire qualcosa a proposito della “staka”, tipica
prelibatezza cretese a metà tra formaggio e burro.
La staka si produce dalla panna che si forma per affioramento su latte
esclusivamente di pecora o capra che si raccoglie, si sala leggermente e si
conserva nel frigorifero. Quando si ha raccolto un quantitativo sufficiente si
fa bollire insieme a un pò di farina di
grano, sale, pochissima acqua; separandosi le materie grasse dalle proteine si
produce un burro chiarificato, profumato e dal colore giallognolo, lo “stakovoutyro”
e
la “staka” che altro non sono che le proteine che si depositano sul fondo della
pentola. Si usa per insaporire tanti
piatti, dalle uova alle verdure, alle pites, al famoso “gamopilafo” è che riso lessato in brodo di carne
arricchito con la staka ed è un tipico piatto che si prepara ai matrimoni dal
cui anche il nome (il pilaf del matrimonio).
La staka che una volta si preparava a casa, si girava (così dicono i vecchi, girare la staka) con la
luna calante e con vento dal nord. A
Creta il vento dal sud condiziona e complica tutto; dal mal di testa alle ricette. Inoltre va girata
quando gli animali camminano, cioè nelle ore mattutine e pomeridiane, non nelle
ore di riposo come ha riportato testualmente la nonna della blogger che mi ha
dato le informazioni e che ringrazio di cuore.
7 commenti:
Imparo sempre tantissime cose con i tuoi splendidi post! Un abbraccio, Irene!
bellissimo e pittoresco post :)
Τι λες τωρα, αγαπω Στάκα!
Ευχαριστώ Ειρήνη μου για όλες αυτές τις αναφορές! Τ
grazie infinite per queste interessanti notizie sulla cucina e le tradizioni greche, ormai giugno si avvicina e sto scegliendo la mia prossima meta, che voglia di ritornare! un abbraccio e buona settimana....
@chiara
wow!!! fra due mesi praticamente!! hai deciso dove andare?
Να κάτι που δεν έχω δοκιμάσει ακόμα και θέλω!
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