Il Lunedì Pulito segna l'inizio della lunga quaresima di Pasqua. Il digiuno ecclesiastico più antico e severo della chiesa ortodossa volto a purificare anima e corpo dura 40 giorni, tanti quanti erano i giorni della permanenza di Gesù nel deserto.
Approfondire le regole del digiuno è materia molto complessa che forse soltanto il clero e qualche persona anziana come mia mamma riescono a seguire senza errori.Semplificando si può dire che sono vietati in assoluto carni, pesci e latticini. Molluschi e crostacei invece sono permessi. Volendo aggiungere qualche restrizione in più e molto impegnativa questa volta, è vietato il consumo di olio e vino da lunedì a venerdì mentre è concesso i giorni di Sabato e Domenica. Alcune eccezioni sono concesse, come per il 25 di Marzo, grande festa religiosa e nazionale che è permesso mangiare del pesce; carne mai.Come
si può comprendere, è un regime difficile e faticoso da seguire per
chi non è abituato alle privazioni e difatti non conosco nessuno che
applicchi rigorosamente tutte queste regole. I più si limitano a bandire carne, qualcuno anche il pesce, molto meno quelli che eliminano i latticini e nessuno o quasi nessuno olio e vino.
Con l'eccezione del Lunedì Pulito, grande festa con tutte le sue tradizioni che rispettano tutti quanti rigorosamente consumando soltanto alimenti permessi. La festa se all'aperto si chiama “kùluma” ed è sempre accompagnata dal tradizionale volo dell'acquilone. L'etimologia della parola “kuluma” non è chiara. Secondo Nikolaos Politis, padre del folklore greco, deriva dalla parola latina “cumulus”, abbondanza, mentre secondo altri deriva dalle colonne di Zeus Olympio per i quali gli ateniesi usavano la parola latina “columna”.
Che si festeggi fuori porta o in casa, il cibi da consumare sono indubbi. La tavola è ricca, abbondante, sontuosa. In primis la lagàna, il pane tradizionale preparato esclusivamente per questo giorno. Via libera a crostacei e molluschi, polpi, calamari, cozze vongole, poi olive, sottaceti di tutti i tipi, taramosalata, verdure a volontà. I più tradizionalisti preparano anche il nostro piatto nazionale, la fasolada e non manca mai il halvàs, dolce di pasta di sesamo.
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