Chi
è stato a Creta, ai tanti negozi con articoli per turisti molto
probabilmente avrà notato il fazzoletto nero a rete con le tante
frange che somigliano a lacrime. Il fazzoletto si chiama sariki ed è
un tipico copricapo cretese. E’ considerato da tutti un capo di
abbigliamento tradizionale ma pare non sia così. Inizialmente era
un fazzoletto colorato che i cretesi arrotolavano intorno al fesi
(tipico cappello somigliante al fez turco). Quando erano in lutto
invece arrotolavano intorno un fazzoletto nero. Nella sua forma
attuale è apparso durante il secondo quarto del XX secolo nella
Creta centrale. Le sue tante frange indicano i tanti anni di
occupazione turca dell’isola e la loro somiglianza a lacrime
simboleggiano il profondo dolore e sgomento che provocò l’olocausto
del Monastero di Arcadi, nel 1866.
Il
sariki cui richiamano la forma dà il nome a queste pites cretesi.
Semplici all’apparenza, basta una manciata di ingredienti per
prepararle, hanno quella complessità di sapori che gli conferisce il
salato con un retrogusto acidulo del formaggio e la dolcezza del
miele. I cretesi usano perlopiù la xinomizithra per farcirle. E’
uno dei tanti formaggi locali, morbido e cremoso di latte misto di
pecora e capra.
L’ho
sostituito con ottimi risultati con un formaggio caprino, di latte di
capra non caprini di latte vaccino.
Ho
lasciato il formaggio in purezza, senza aggiunta di aromi ma c’è
chi lo aromatizza con un poco di foglie di menta o di rosmarino
tritate oppure con scorza di limone grattugiata.
Le
pites i cretesi perlopiù le friggono e lo stesso fanno con le
sarikopites. Se però a tutti i costi volete evitare la frittura,
cuocetele pure al forno. Io non l’ho fatto, considerando che da
sempre in Grecia si è fritto e anche tanto ma obesità e malattie
legate all’alimentazione proprio non si sapeva cosa fossero!
Ingredienti:
(per 8 pezzi)
Per
la pasta:
- 200 gr. di farina 00
- 3 cucchiai da minestra di olio evo
- 1 cucchiaio da minestra di grappa o vodka (in alternativa vino bianco o aceto di vino)
- un pizzico di sale
- circa 90 ml di acqua tiepida
Per
la farcitura:
Cottura
e finitura:
- olio per friggere
- sesamo
- miele (acacia, millefiiori, castagno)
Procedimento:
Versare
in una padella antiaderente una manciata di sesamo e tostarlo senza
aggiunta di grassi. Girare spesso con un cucchiaio di legno. Quando
il sesamo sprigionerà il suo tipico profumo, provare a sbriciolare
qualche seme tra le dita. Se si sbriciolano, il sesamo è pronto.
Ritirare dal fuoco e tenere da parte.
Pasta:
In
una bacinella versare la farina setacciata.
Aggiungere
il sale, l’olio evo e la grappa.
Versare
poco alla volta l’acqua cominciando a impastare. Quando l’impasto
avrà assunto una consistenza morbida che non si attacca alle mani
significa che l’acqua versata è sufficiente.
Continuare
a impastare fino a chè non diventi lucido e liscio. A questo punto
trasferirlo in un recipiente leggermente infarinato, coprire con un
tovagliolo e lasciare riposare per 30 minuti.
Farcitura:
Mettere
in un piatto il formaggio e con una forchetta sbriciolarlo.
Assemblaggio
:
Infarinare
leggermente la spianatoia e con il mattarello infarinato tirare la
pasta abbastanza sottile.
Tagliare
con un coltello affilato in strisce di circa 30 cm di lunghezza per
7-8 di larghezza.
Prelevare
con un cucchiaino del formaggio e distribuirlo a mucchietti lungo una
striscia (in basso sulla parte lunga) lasciando 1 cm. vuoto ai
lati. Girare la pasta sul formaggio per coprirlo e arrotolare
formando un cordoncino.
Prendere
un estremità del cordoncino formato e arrotolarlo a spirale.
Sistemare
la sarikopita su piatto leggermente infarinato e procedere allo
stesso modo fino a finire pasta e farcitura.
Cottura:
Versare
abbondante olio per friggere in una padella o in un pentolino. Quando
avrà raggiungo la temperatura da frittura (intorno ai 190 gradi)
immergere le sarikopites poche alla volta e friggere da un lato per
circa un minuto e mezzo e in ogni caso fino a doratura.
Girare
con molta attenzione per non bucare la pasta e far fuoriuscire il
formaggio. Friggere dall’altro lato per 1 minuto.
Togliere
con la schiumarola e adagiare su un vassoio rivestito di carta
assorbente.
Sistemare
su un piatto da portata, irrorare con del miele e cospargere con il
sesamo tostato.
Sono
perfette per la colazione. Se invece le mangiate come dessert,
accompagnatele con un bicchierino di rakì da veri cretesi.
credits: info sul copricapo: cretangastronomy.gr
foto del copricapo: cretanmementos.com
8 commenti:
Mi piacciono tantissimo i tuoi racconti e ke tue spiegazioni. Io e te siamo tra le poche a fotografare il passo passo e ti guardo sempre con molto piacere. Rimango ingolosita ogni volta. 😋
Dolci meravigliosi! Bellissimi 😍
@simona
grazie! a dire il vero è da poco che ho cominciato a fare foto durante la preparazione. Dato che non ho un assistente!!! che fotografi, mi crea un pò di difficoltà, ma mi è stato chiesto più volte di farlo perchè sia più chiaro il procedimento. infatti trattandosi di cucina straniera che spesso non si conosce a volte la descrizione a parole non è sufficiente.
buona giornata
@giulia
grazie cara. un abbraccio
Ma questa pasta ha meno acqua della solita pasta per varie pite, vero? È diversa? Più robusta deve essere perché deve esser3 fritta? Comunque, li ho mangiati a Creta...che posti!! I tuoi sono più belli, sinceramente...
@marina
spesso mi viene la tentazione di non mettere quantità di acqua perchè le varianti sono tante, ma di stare sul generico dicendo quanto basta!!! Non lo faccio perchè un'indicazione anche se approssimativa va data, per questo dico 90 ml circa.
detto ciò si, la pasta deve essere un poco più robusta di quella che si usano per le altre pites, inoltre ho aumentato leggermente la quantità di olio che rende la pasta più croccante.
Grazie!
Grazie della ricetta, sono fantastiche!!!
non ricordo di averle mangiate a Creta, ormai sono passati troppi anni, più di 30 !I dolci con il miele mi piacciono poco ma basta dosarlo e allora piacciono anche a me ! Un bacione
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