28/02/20

rebetiko / milano




Siamo stati al “Rebetiko”.  Una taverna greca situata in uno dei poli della movida milanese, all’Arco della Pace. 
Chi ha un minimo di conoscenza della cultura greca, già dal nome del locale  intuisce che non ci si deve aspettare di trovare i colori iconici  bianco e blu,  niente evocazioni di isole, mare e vacanze.  I “rebetes” (ribelli)  erano un genere di personaggio  urbano,  non rurale.
Per chi volesse approfondire uno dei fenomeni   più intensi e interessanti della storia musicale greca, dichiarato  di recente patrimonio dell ’Unesco, consiglio  caldamente  un libro molto ben documentato ed esauriente  sull’ argomento, “La canzone rebetika” di Crescenzio Sangiglio.

Ho prenotato un tavolo per 2 con una settimana di anticipo. Al momento della prenotazione  mi è stato detto che c’era soltanto la disponibilità di un tavolo dalle 20.00 alle 21.30. Ho accettato nonostante qualche perplessità per la limitazione di orario, ma come si è visto alla fine il tempo è stato sufficiente per gustare con calma la cena.

Il locale è aperto soltanto la sera dalle 20.00 in poi.  Dato il tempo limitato che avevamo a disposizione, abbiamo pensato di arrivare un pò prima,  nella speranza che ci facessero entrare e così è stato.
Porta d’ingresso di vetro, luci al neon che riproducono un uomo in una figura classica di una danza popolare.  
 Un pianoforte e sopra appese al muro una raccolta di foto di grandi  cantanti della musica rebetica accolgono i clienti.  Ci siamo soffermati a osservare e cercare di  riconoscere i rebetes delle fotografie.
La  sala  è lunga e stretta, con circa 15 tavoli per una cinquantina di coperti. Ambiente informale e accogliente, ci si sente sin da subito a proprio agio.
Una luce al neon attraversa il  soffitto,  candele  sui tavoli e luci soffici e calde disseminate per il locale.
Le due lunghe pareti della sala  sono diverse. Mattoncini con nicchie qua e là l’una, colorata con varie scritte  l’altra e in fondo un banco dove spiccano appesi alla parete un bouzouki e un baglamàs.
Tavoli apparecchiati in modo spartano. Tovaglietta e tovaglioli di carta, candela sul tavolo.
Ci siamo seduti e in poco tempo il locale  si è riempito. Gente abbastanza giovane perlopiù, una compagnia di ragazzi, qualche greco.
Yorgos, il proprietario e gestore è un uomo gentile e affabile. Voce calda, parla un po’ in greco con me, un po’ in italiano per non escludere dalla conversazione il mio commensale che non conosce il greco. Dalla conversazione abbiamo capito che la qualità delle materie prime per Yorgos è imprescindibile ed è sempre alla ricerca di fornitori che la possono garantire.
La lista dei vini è abbastanza  fornita per poter scegliere senza limitazion. Vini DOC e IGP, bianchi, rossi  qualche retsina, con un prezzo che varia dai 15 ai 35 euro. C’è anche vino sfuso per chi lo preferisce. Abbiamo scelto un Tetramythos Agiorgitiko, vino biologico, rosso secco del Peloponneso ed è ’ stata un’ottima scelta.  Morbido, rotondo,  non tannico.
Come in tutti i locali greci, è arrivata subito la pita calda. In 2 versioni; con farina bianca e farina integrale. Calda, soffice, non unta. Buona.
Il menù ha tutto quello che ci si aspetta da un ristorante greco. Dolmadakia, taramosalata, tyropita, spanakopita, olive, feta in varie versioni,  imàm, spiedini, moussakàs che non può mai mancare.
Per antipasto abbiamo optato per la taramosalata cui io non riesco mai e poi mai a resistere e il  saganaki di melanzane.
Taramosalata leggera,  morbida al gusto, senza punte asprigne da eccesso di limone. Deliziosa spalmata sulla pita e difatti è finita subito.
Il saganaki di melanzane è arrivato caldissimo. Melanzane morbide e dolci, contrastate dalla sapidità e toni decisi della feta. Buono. Abbiamo apprezzato.
Per piatto principale abbiamo deciso per una volta di lasciar perdere  il moussakàs e abbiamo ordinato il souvlaki di maiale che è arrivato con i consueti contorni. Patate fritte, spicchi di pomodoro e tzatziki.  Morbido e abbastanza succoso. 


Il secondo piatto principale erano i kolokythokeftedes (polpette di zucchine), accompagnate da yogurt greco.  Sono sempre buone, ma l’aggiunta di un poco di feta   avrebbe conferito sapidità e corpo  a un sapore tutto sommato un poco dolce.
Entusiasmanti i “horta” (erbette) che abbiamo ordinato non appena li abbiamo visti sul menù.  Rarissimamente, Grecia esclusa ovviamente,  ho trovato dei horta così autenticamente greci, amari come devono essere, leggermente croccanti,  spruzzati di limone e irrorati di olio.
Come poi ci ha spiegato Yorgos, i horta arrivano da Lakonia, regione del Peloponneso. Una volta raccolti  si fanno essiccare per conservarli nel tempo e  si fanno rinvenire al momento di cucinarli, lessandoli.  Ecco spiegato come mai erano così squisitamente greci.
Il curioso e lì per lì considerato bizzarro dessert che abbiamo provato, era  yogurt con un poco di limone e abbondante sesamo tostato sia sotto che sopra. Ero un poco scettica alla proposta, ma quando l’ho assaggiato mi sono ripromessa di prepararlo a casa.  Provatelo. Lo consiglio. 
Un caffè espresso e un bicchierino di tsipouro dalla riserva personale di Yorgos è stata la naturale conclusione di una cena buona, onesta e curata.

Scheda sinottica:
Locale visitato il 15/02/2020
Voto per ambiente/servizio/menù: 8/10
Conto per 2 persone: € 68,00 tutto incluso
Ci torno? Si; scomodo da casa mia ma il locale è caldo, accogliente e si mangia benissimo. Per il mio commensale forse il migliore greco provato finora su suolo italico.
Lo consiglio? Assolutamente si!  Mantiene tutto quello che promette. Consigliabile prenotare e meglio andare con i mezzi. Trovare parcheggio è praticamente impossibile. 

Dove:
Rebetiko – Taverna greca
Via L. Cagnola, 6 – Arco della Pace - Milano
Tel. 0239542148




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