11/06/18

allestire un tavolo con mezès per ouzo o tsipouro


Se siete stati in Grecia probabilmente avete notato una moltitudine di locali chiamati ouzerì o tsipouradiko. Se vi siete seduti a uno di questi avete capito senz’altro di cosa si tratti, ma forse non sapete quale ne sia l’origine, come sono nati e qual è e la differenza tra i due.
Tutt’e due appartengono alla stessa categoria ma l’attribuzione della denominazione dipende dal tipo di liquore che servono. Se servono ouzo si chiamano ouzerì, se servono tsipouro, si chiamano tsipouradika.
Se poi vogliamo capire qual è la differenza tra ouzo e tsipouro diciamo senza approfondire troppo che l’ouzo è un distillato di mosto d'uva aromatizzato con l’anice,  mentre lo tsipouro o rakì, diffuso sopratutto nel nord della Grecia e a Creta,  è un distillato di vinaccia, una grappa bianca,  e può essere aromatizzato oppure no.

Chi apriva uno di questi locali di cui lo scopo primario era offrire da bere ouzo o tsipouro, doveva obbligatoriamente considerare anche il fatto di offrire qualcosa da mangiare, qualche mezès (stuzzichino). Spesso cose salate per portare i clienti a bere di più. I greci non amano bere “xerosfyri” ossia senza qualcosa da mangiare. Cose spartane inizialmente, qualche oliva, un pomodoro, un po’ di feta, un po’ di pane. Giusto l’indispensabile per non bere a stomaco vuoto.
L’ouzerì che Vassilis Tsitsanis (famoso rebetis, autore di alcune delle migliori canzoni di questo genere) aveva aperto a Salonicco durante l’occupazione tedesca serviva soltanto sarde arrostite e formaggio. Vero che erano anni bui e mancava tutto , ma  lo spirito originario di questi locali era esattamente questo.

Con gli anni si sono evoluti, è scomparso lo spirito spartano e ormai sono diventati veri e propri locali dove andare a mangiare fondamentalment anzichè bere.  I mezès sono abbondanti e di grandissima varietà, in grado di sostituire in tutto e per tutto un pranzo o una cena. Possono essere ordinati separatamente uno per uno e in questo caso si servonoi in tanti piattini piccoli, oppure tutti insieme in grande vassoi. In questo caso si chiamano “poikilia” (varietà) che in genere si propone grande o piccola.

Se avete fatto quest’esperienza e volete replicarla a casa vostra per evocare una vacanza indimenticata oppure per immergervi nello spirito greco in vista delle vostre prossime vacanze, vi propongo di seguito un elenco di mezès per accompagnare l’ouzo o lo tsipouro. Di regola i prodotti di mare sono perfetti per questi liquori.

Prendete dunque un grande vassoio e metteteci dentro almeno 6 – 7 piattini scelti tra:

acciughe dissalate, disiliscate e condite con un filo di olio evo, sarde sott'olio. Se siete diretti a Lesvos per le vacanze, le sarde del golfo di Kallonì sono un must da mangiare in loco e da portare a casa. Poi polpo, grigliato oppure lessato e condito con olio, limone e origano, avgotaracho (bottarga ) tagliata a fette sottili, taramosalata (crema spalmabile di uova di carpa o di merluzzo), vari patè di pesce, olive di qualsiasi tipo e varietà, peperoni e melanzane arrostiti, sottaceti vari, patè di olive verdi , melitzanosalata (crema spalmabile di melanzane arrostite), fagioli al forno, fava, impepata di cozze oppure impanate e fritte, gamberi fritti o lessati, calamari fritti.

Sistemate tutto curando l’estetica e create dei contrasti cromatici, di consistenze e di sapori.
Portate il vassoio a tavola insieme a un ciotolino di un olio evo superbo, un po’ di erbe aromatiche, fiocchi di sale marino e pane fresco, friselle o grissini.
Portate a tavole la bottiglia di ouzo o tsipouro, quello che avete scelto, una brocca di acqua fredda e un secchiello con del ghiaccio. Chi desidera  può allungare il liquore con acqua e/o ghiaccio.

E' cibo da condividere, mettete tutto al centro della tavola e lasciate che i vostri ospiti spilucchino come vogliono. 






5 commenti:

Simona Nania ha detto...

Sempre meravigliosi i tuoi post! Buona settimana

Irene ha detto...

grazie. :) buona settimana anche a te.

Ruli ha detto...

Quanto mi piacerebbe provare almeno una volta un simile piatto misto con ouzo o rakì! A Trieste, le persone più anziane chiamano ancora adesso " ràkia " la grappa. Ma è un uso che va scomparendo.

Irene ha detto...

@ruli
davvero? ràkia? uguale a rakì! non lo sapevo.
per l'assortimento invece, se vai in Grecia non c'è nulla di più frequenti. ma ti assicuro che anche a casa si può fare facilmente. io preparo spesso.

Chiara ha detto...

confermo quanto scritto da Ruli/Daniela, la ràkia qui è molto usata, un altro particolare che unisce Trieste alla Grecia, baci !

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