Ikaria, un’isola dell’ Egeo di circa 10.000 abitanti, insieme a qualche altra regione del mondo fa
parte delle cosiddette “zone blu”, cioè quelle aree che
vengono studiate per la longevità degli abitanti. Ogliastra in Sardegna, l’isola
di Okinawa in Giappone, la penisola di Nicoya in Nicaragua, Loma Linda in
California, Ikaria in Grecia. Il termine
ormai consolidato, si deve a 2 studiosi perché usavano un pennarello blu per segnare
le aree ad altra concentrazione di centenari.
I miei amici mi comunicarono via sms che il segreto ce lo diranno via skype, a sottintendere che loro
restano li, che non vogliono tornare! In attesa dunque del collegamento skype ecco il racconto della
signora Kalliopi Panagiotidou di anni 82, cuoca dell’unica taverna di Trapalou, minuscolo paesino di Ikaria.
Sono nata a Ikaria e ho passato tutta la mia vita qui, in questo paese. Il nostro paese è piccolo e
isolato, ha circa 10 abitazioni e per arrivarci bisogna guidare parecchio e non
solo su strade asfaltate. Con lo
scirocco si alzano delle grandi onde. A volte nevica, pur essendo sul mare.
Quando nevica non si riesce a distinguere i muri, i sassi dove mettere il
piede. Per fortuna non dura a lungo. La neve dura soltanto un giorno. Dopo 2 –
3 giorni non c’è più traccia. L’inverno comunque qui è molto bello. Facciamo
la spesa al supermarket. Se vediamo che
l’inverno si annuncia pesante facciamo le scorte. Abbiamo la farina per il pane, impastiamo,
inforniamo e passiamo il tempo. Riempiamo
la dispensa di fagioli, pasta. Abbiamo l’olio nelle giare.
Penso che la longevità degli ikarioti si debba all’incoscienza,
al vino e al miele. D’inverno accendiamo il camino, ci riuniamo – quelli che
siamo rimasti al paese – guardiamo la televisione, cantiamo, beviamo il nostro
vino locale. L’incoscienza che dicevo non ha a che fare con la pigrizia ma con
lo stress. L’ ikariota non sa cosa sia lo stress. “Aspetta, di dove sei? Cosa fai? Non aver fretta. Cos’hai paura che la benzina evapori? Non evapora”!
Nella taverna lavoro da anni. Nemmeno io so quanti….Faccio i kolokithokeftedes (polpettine di zucchine):
grattugio le zucchine, la cipolla, una patata. Salo il tutto per far uscire i
liquidi. Se mangio di magro non aggiungo l’uovo, se no, metto un uovo, aggiungo del formaggio, pepe,
menta, e se è la stagione del finocchietto selvatico, ne metto. Il pomodoro lo
trito alla fine. Impasto tutto quanto con del pan grattato, infarino e friggo.
Ho due figli, 5 nipoti e 2 pronipoti di 10 anni. Mio marito
è morto 23 anni fa. Era di 26 anni più vecchio di me. E’ morto e io mi sono
dedicata ai figli.
Desidero lavorare qui ancora. Di accendere grandi fuochi per
cucinare. E di inventare qualcosa per far sparire i “faidones” dalla taverna. Non sai cosa sono i faidones? Insetti come le vespe, giovanotto.
testo e foto: lifo
11 commenti:
che bel racconto!!! vita semplice e fatica vera... niente fronzoli, mestieri che non servono a niente... Quanto ha ragione!
bellissima la signora Kalliopi. direi meravigliosa, starei ore ad ascoltarla.
un abbraccio
amelie
@giulia
vero? di questo periodo sento anche io un gran bisogno di vita semplice con pochi fronzoli, ma forse resterà un anelito!!!!!
@amelie
anche io tesoro, anche io...
Ma che bello!!
A volte vorrei anche io vivere una vita semplice, senza pretese.
Godere delle piccole cose, una chiacchierata in compagnia, un bicchiere di vino e tante risate.
E un lavoro che amo!
ho risolto il problema delle vespe durante le mie vacanze in Grecia. Prendo della polvere di caffè, la metto in un posacenere, copro con delle salviette di carta tagliate a pezzetti e brucio...passata la fiamma si leva un filo di fumo che aleggia per molto tempo, il profumo di quel fumo tiene lontano le vespe e si può tranquillamente mangiare all'aperto....Deliziosa la signora, mangerei volentieri nella sua taverna ! un abbraccio cara Irene
@monica
a chi lo dici!!!! soprattutto senza stress!
@chiara
allora il trucco lo devo dire alla signora Kalliopi! :) infatti anche io ci ho pensato. se vado a Ikaria, la vado a trovare!
Ciao a tutt*!!
Siamo Max & Dom, i due amici in trasferta ad Ikaria, tornati (purtroppo) l'altro ieri.
In breve: l'isola ha superato ogni nostra aspettativa ed ha avuto il merito di vincere il pregiudizio di uno dei due nei confronti della Grecia...
Ikaria è splendida e pochissimo affollata (perlomeno a settembre, ci hanno sconsigliato vivamente il periodo che va da metà luglio a fine agosto).
Gli abitanti generosi, amichevoli ma mai invadenti, rilassati e rilassanti (forse è questo il segreto della loro longevità...).
Siamo venuti via a malincuore e stiamo meditando di tornarci l'anno prossimo (come fanno abitualmente alcuni dei turisti che abbiamo incontrato che hanno eletto Ikaria come L'ISOLA).
Dove eravamo noi, per tenere lontani i faidones, utilizzano un posacenere con un filo d'acqua, della carta stagnola sulla quale adagiare polvere di caffè da bruciare.
E FUNZIONA!!!
Se avete bisogno di informazioni, chiedeteci pure!
Max&Dom
@max&dom
allora vi do un altro incarico per l'anno prossimo! :)
andare a Trapalou, mangiare dalla signora Kalliopi e farle vedere il trucco per i faidones che tra l'altro conosce anche l'amica Chiara che ha postato un commento qui sopra!
bentornati ragazzi!!!!
un abbraccio
irene
Ciao Irene!
Tu lo sai che puoi darci tutti i "compiti a casa" che vuoi...
Saremo studenti diligentissimi!!!
:o)))
Abbiamo visto il commento di Chiara ed il suo trucco è quasi identico a quello utilizzato da Evgenia e Giannis ad Armenistis...
Bentrovata a te ed una mega abbraccio!!!
A prestissimo.
Max&Dom
Ho vissuto per 25 anni ad ikaria.essendo stato sposato per 21 anni con donna del posto.e da essa ho avuto 2 figli 'agori e corizzi 'maschio e femmina in italiano .il maschio vive a parma la femmina vive in Grecia a samos.ad ikaria e restata la mia ex.in tanti anni vissuti li non continuativi ma in vacanza anche mesi ma in vacanza'vivevamo a parma.andava bene e stupenda.ma poi decidemmo di andarci a vivere avendo la mia casa e aprimmo un ristorante .fu la fine di tutto per me .viverci non e come in vacanza li non vivi bene come sembra .e la vita e il contrario del normale.e tutto il contrario.credetemi.
ti posso credere. non è facile adattarsi a una realtà totalmente diversa da quella cui si è abituati. io ho avuto amici che da milano sono andati a zante, hanno rilevato un ristorante, ma dopo 2 anni erano già di ritorno. non mi illudo che sia semplice, avendo già vissuto un cambiamento di paese so quanto sia faticoso. un saluto
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