Questo post è la continuazione di questo qui e va considerato come la seconda parte.
Nel regno vegetale il
re è Kydonios, (il cotogno), al quale chiede udienza l’uva che accusa alcuni principi di complotto. Il re
raduna la corte suprema dei vegetali, i quali hanno dei titoli di funzionari di stato. Durante il processo l’uva ripete le accuse. I
vegetali si dividono in due schieramenti e cominciano a testimoniare a favore o
contro l’uva, secondo la loro vicinanza famigliare. Alla fine però si
scopre che le accuse dell’uva sono solo calunnie. I vegetali esprimono il loro disprezzo e il re la
punisce con una punizione che soltanto un’autorità ecclesiastica può imporre.
La punizione è una
condanna in realtà. Di essere disprezzata da tutti come causa di azioni cattive
e spregevoli. Le conseguenze per chi la
frequenta saranno terribili. Chi beve il suo succo non potrà stare in
equilibrio, si rotolerà nel fango come i maiali, pronuncerà frasi sconnesse, sarà deriso da tutti.
I vegetali ammirano la
saggezza del re e gli augurano vita
lunga.
Scopo dell’autore in primo piano è di condannare l’abuso del vino che porta all'ubriachezza
con conseguente perdita della lucidità, assumendo un carattere didattico. In un
secondo piano si tratta di una satira velata
contro i funzionari dello stato e la
loro sete di titoli, contro la labirintica
burocrazia e contro gli intrighi e le rivalità nel palazzo.
Dunque, pestare nel mortaio uno spicchio di aglio con un
poco di sale. Aggiungere qualche gheriglio di noce e del prezzemolo lavato e
asciugato, qualche cucchiaio di olio evo e continuare a pestare finchè non si
amalgama tutto. Fermarsi quando si avrà la consistenza desiderata. L’alternativa
si sa, il frullatore!
Tostare del pane, tagliarlo nelle dimensioni desiderate,
spalmare uno strato del pesto noci e prezzemolo e sistemare sopra un pezzo di
cotognata (non rotolata nello zucchero) e un pezzo di pecorino romano poco stagionato.
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