10/09/13

sofrito di Corfù


 Nydrì è una località di Leucade. Leucade è una di quel gruppo di isole sullo ionio, che vengono comunemente chiamate “eptanisa”, cioè sette isole, nome dato dalle maggiori che compongono il gruppo. Corfù, Paxi, Cefalonia, Zante, Itaca, Kithira e appunto Leucade.

A Nydrì ci sono delle belle cascate inserite in un bellissimo contesto, che attirano parecchi turisti.

fonte della foto (ci sono anche altre)
Ecco cosa ha raccontato uno di questi in una trasmissione radio su rai 2 qualche giorno fa, in una rubrica “raccontateci le vostre vacanze in Grecia”.

Eravamo in vacanza a Lefkada;  degli amici ci avevano raccomandato di andare a vedere le cascate. Ci è sembrato interessante  e presa la macchina siamo andati alla ricerca.
La segnaletica era un incubo. Spesso le indicazioni non c’erano, e anche quando c’erano, al punto cruciale, cioè agli incroci, sparivano. Girovagavamo senza sapere dove dirigersi quando improvvisamente ecco apparire davanti a noi un uomo che sembrava avere non 100 ma 150 anni. Piccolo, curvo, viso incartapecorito, pieno di rughe,  con un agnello  intorno al collo.
Ci siamo fermati, e io con le 3 parole  di  greco che conosco, ho cominciato a sbracciarmi dicendo: “nerò, nerò, (acqua, acqua) disegnando  con le braccia il movimento delle cascate.
Il signore con molta pazienza mi ascoltava e mi guardava, senza interrompermi. Quando ho finito la mia recita, serafico, con una voce calmissima, mi chiede: “are you looking for the waterfalls”?
E in un inglese oxfordiano ci ha dato le indicazioni precise al millimetro.

Il racconto l’ho riportato come me lo ricordo, l'essenza è immutata.
La ricetta anche, precisa  precisa, ed è  una specialità di Corfù. Si chiama “sofrito” e il nome indica la chiara influenza veneziana, come buona parte della cucina borghese dell’isola. Quella contadina è un’altra storia.
Se non temete l’aglio, mettetene parecchio. Con la cottura diventa dolce e perde il suo odore tipico.


Ingredienti:
-          ½ kilo di carne di vitello tagliato a fette di circa  2 cm  (scamone, fesa, noce)
-          4 spicchi di aglio tritati
-          prezzemolo tritato
-          olio evo (mezza tazzina da caffè circa)
-          50 ml di un buon aceto bianco
-          120 ml di vino bianco secco
-          farina per tutti gli usi per infarinare la carne
-          sale, pepe nero
Procedimento:
Battere con il batticarne le fette di carne. Mescolare la farina con il sale e il pepe e infarinare la carne.
Versare in una padella l’olio, scuotere un poco le fette di carne per far cadere l’eccesso di farina e friggerle finchè non siano abbastanza dorate da tutt’e due i lati.
Togliere dalla padella e tenere da parte. Abbassare la fiamma e nella stessa padella versare l’aglio con il prezzemolo. Non appena l’aglio è dorato unire la carne e versare sopra l’aceto con il vino.

Dopo qualche minuto chiudere con il coperchio e cuocere a fiamma dolce finchè la carne non diventi tenera. Macinare un poco di pepe e servire accompagnando con del riso pilaf e/o patate fritte.



2 commenti:

matematicaecucina ha detto...

noi italiani siamo asini nelle lingue e pensiamo che lo siano tutti :)
però anch'io mi sono stupita quando ho saputo che la nonna di mia nuora Anna, di 84 anni, parla italiano perché l'ha studiato a scuola!
non mi stupisce invece la bontà di questo piatto!

Irene ha detto...

@laura
è esattamente quello di cui parlavo con mia figlia un paio di giorni fa. certo, ora le cose sono un pò cambiate, poco, ma cambiate.
un abbraccio

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