A Nydrì ci sono delle belle cascate inserite in un
bellissimo contesto, che attirano parecchi turisti.
fonte della foto (ci sono anche altre) |
Ecco cosa ha raccontato uno di questi in una trasmissione
radio su rai 2 qualche giorno fa, in una rubrica “raccontateci le vostre vacanze in Grecia”.
Eravamo in vacanza a
Lefkada; degli amici ci avevano
raccomandato di andare a vedere le cascate. Ci è sembrato interessante e presa la macchina siamo andati alla ricerca.
La segnaletica era un
incubo. Spesso le indicazioni non c’erano, e anche quando c’erano, al punto cruciale, cioè
agli incroci, sparivano. Girovagavamo senza sapere dove dirigersi quando
improvvisamente ecco apparire davanti a noi un uomo che sembrava avere non 100
ma 150 anni. Piccolo, curvo, viso incartapecorito, pieno di rughe, con un agnello intorno al collo.
Ci siamo fermati, e io con le 3 parole di greco che conosco, ho cominciato a sbracciarmi
dicendo: “nerò, nerò, (acqua, acqua) disegnando con le braccia il movimento delle cascate.
Il signore con molta
pazienza mi ascoltava e mi guardava, senza interrompermi. Quando ho finito la
mia recita, serafico, con una voce calmissima, mi chiede: “are you looking for
the waterfalls”?
E in un inglese
oxfordiano ci ha dato le indicazioni precise al millimetro.
Il racconto l’ho riportato come me lo ricordo, l'essenza è immutata.
La ricetta anche, precisa precisa, ed è una specialità di Corfù. Si chiama “sofrito” e il
nome indica la chiara influenza veneziana, come buona parte della cucina
borghese dell’isola. Quella contadina è un’altra storia.
Se non temete l’aglio, mettetene parecchio. Con la cottura
diventa dolce e perde il suo odore tipico.
Ingredienti:
-
½ kilo di carne di vitello tagliato a fette di
circa 2 cm (scamone, fesa, noce)
-
4 spicchi di aglio tritati
-
prezzemolo tritato
-
olio evo (mezza tazzina da caffè circa)
-
50 ml di un buon aceto bianco
-
120 ml di vino bianco secco
-
farina per tutti gli usi per infarinare la carne
-
sale, pepe nero
Procedimento:
Battere con il batticarne le fette di carne. Mescolare la
farina con il sale e il pepe e infarinare la carne.
Versare in una padella l’olio, scuotere un poco le fette di
carne per far cadere l’eccesso di farina e friggerle finchè non siano
abbastanza dorate da tutt’e due i lati.
Togliere dalla padella e tenere da parte. Abbassare la
fiamma e nella stessa padella versare l’aglio con il prezzemolo. Non appena l’aglio
è dorato unire la carne e versare sopra l’aceto con il vino.
Dopo qualche minuto chiudere con il coperchio e cuocere a fiamma dolce finchè la
carne non diventi tenera. Macinare un poco di pepe e servire accompagnando con
del riso pilaf e/o patate fritte.
2 commenti:
noi italiani siamo asini nelle lingue e pensiamo che lo siano tutti :)
però anch'io mi sono stupita quando ho saputo che la nonna di mia nuora Anna, di 84 anni, parla italiano perché l'ha studiato a scuola!
non mi stupisce invece la bontà di questo piatto!
@laura
è esattamente quello di cui parlavo con mia figlia un paio di giorni fa. certo, ora le cose sono un pò cambiate, poco, ma cambiate.
un abbraccio
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