A Markopoulo, piccolo
paese a sud est dell’isola a 250 metri
di altitudine, dal 6 al 16 di Agosto
nella chiesa dedicata alla dormizione della Madonna, conosciuta come la Madonna dei serpenti o Madonna Lagkoubarda, decine di serpenti innocui che
non superano il metro e con 4 puntini che richiamano il segno della croce in
testa, sbucano dalle pietraie per entrare nella chiesa. Totalmente in simbiosi
con la gente che non ha paura di loro e loro non hanno paura della gente, si
fanno accarezzare, prendere in mano, giocarci. Dopo il 16 di agosto scompaiono
e pare non ci sia verso di trattenerli.
La scienza non lo sa spiegare, ma la tradizione si:
Pare dunque che al
posto dell’odierna chiesa, molti secoli
fa, c’era un monastero femminile che è
stato distrutto da un’incursione dei saraceni. Le monache, invocato l’aiuto
della Madonna, sono state trasformate in serpenti e si sono salvate. In un’altra
versione, la Madonna ha mandato dei serpenti velenosi per impaurire i saraceni
e salvare le monache.
Comunque sia, i serpenti appaiono ogni anno, e sono
considerati un buon auspicio dalla gente,
credenza rafforzata dalla loro assenza soltanto in due occasioni tragiche: nel 1940, in piena seconda guerra mondiale, e
nel 1953, quando un terremoto catastrofico distrusse gran parte dell’isola.
Ma se le chiese non vi interessano, oppure i serpenti vi
fanno paura o ribrezzo, potete andare sempre in quel periodo, il primo fine
settimana dopo il ferragosto, a Fragata,
paesino all’interno dell’isola, situato sull’omonimo altipiano, per la “festa della robola” .Due giorni di canti,
balli tradizionali, robola a volontà e cibo locale.
Quasi sicuramente troverete questa pita che è tipica dell’isola. Io ho trovato la ricetta, molto convincente, in questo blog. Ho cambiato, oltre le quantità, il formaggio. Ho usato il parmigiano, ma si può usare praticamente indifferentemente il pecorino romano o qualche altro formaggio da grattugia. Inoltre ho usato soltanto un tipo di carne, mentre la blogger ne usa tre: di vitello, di capra e di maiale.
Se invece volete
qualche informazione e foto in più sull’ isola, al blog di Chiara che ci
andò l’anno scorso ne trovate parecchie.
Ingredienti:
per l’impasto:
-
250 gr. di farina per tutti gli usi
-
½ tazzina da caffè di vino bianco
-
2 cucchiai di olio evo
-
un pizzico di sale
-
½ tazza
da the di acqua tiepida
per il ripieno:
-
1 kg. di carne di manzo tritata al coltello
-
1 patata tagliata a dadini
-
1 tazzina da caffè scarsa di riso (ho messo l’originario)
-
1 cipolla bianca tritata
-
2 spicchi di aglio tritati
-
prezzemolo e maggiorana tritati
-
2 – 3 cucchiai di passata di pomodoro
-
3 cucchiai di olio evo
-
parmigiano grattugiato
-
sale, pepe, pimento, cannella, noce moscata
Procedimento:
Prepariamo il ripieno: rosoliamo la carne a fuoco vivace in
una pentola dal fondo pesante. Quando sarà rosolata aggiungiamo la cipolla e l’aglio.
Mescoliamo, abbassiamo il fuoco e cuociamo per un cinque minuti. Uniamo la
patata e la passata di pomodoro diluito
in una tazza di acqua. Versiamo il riso e le spezie, saliamo, mescoliamo,
copriamo e cuociamo per circa dieci minuti . Un paio di minuti prima di spegnere
aggiungiamo il prezzemolo e la maggiorana. Mescoliamo con cura, ritiriamo dal
fuoco e lasciamo riposare e raffreddare.
Mentre il ripieno riposa prepariamo un impasto soffice ed
elastico con tutti gli ingredienti, formiamo una palla, copriamo e lasciamo
riposare per almeno mezz’ora.
Quando l’impasto si sarà raffreddato, prendiamo l’impasto,
lo dividiamo a metà e tiriamo 2 sfoglie di circa 2 millimetri, una leggermente più grande dell’altra. Oliamo la teglia dove andremo a cuocere la
pita e stendiamo la sfoglia più grande, facendo fuoriuscire i bordi. Versiamo il ripieno,
livelliamo bene con il dorso di un cucchiaio, spargiamo sopra il parmigiano
grattugiato e giriamo sul ripieno i bordi della pasta.
Stendiamo sopra l’altra sfoglia e spennelliamo dell’olio evo
su tutta la superficie. Incidiamo con un coltello affilato laddove andremo a
tagliarla una volta cotta e inforniamo a 180 gradi per circa 40 minuti.
Togliamo dal forno e lasciamo che intiepidisca prima di
consumarla.
5 commenti:
cara Irene, grazie di cuore per aver citato il mio blog! Cefalonia resterà per sempre nei miei ricordi ma non parlarmi di serpenti anche se innocui ! parliamo invece del Robola che ho bevuto con grande piacere,è un vino perfetto per accompagnare i piatti greci !Questo pasticcio di carne l'ho mangiato e mi è piaciuto molto....Un abbraccio cara Irene, passa un felice weekend !
un buon week end anche a te chiara.
un bacio
irene
Από τις πιο γνωστές και νόστιμες πίτες, η Κεφαλονίτικη κρεατόπιτα!!
Φιλιά Ειρήνη μου, καλό απόγευμα!
Interessante la storia e sopra tutto il fatto che si lascino toccare...no non mi fanno senso eventualmente paura ma qui non è il caso. Buona la ricetta me la sono copiata la tua. Buona fine settimana.
Κεφαλλονίτικη Κρεατόπιτα...άκουσα Ειρήνη μας!!
Ήρθα λοιπόν η κατά 1/4 Κεφαλλονίτισα αν και και είμαστε σε νηστεία... Όμως εμείς για αύριο προγραμματίζουμε Μπακαλιαρόπιττα, επίσης Κεφαλλονίτικη και αν θυμάμαι καλά την έχω ανεβάσει στο blog.
Χαιρετισμούς πολλούς και Δύναμη μιας και "συμπάσχουμε" σε θέματα εργασίας...
Καλή Κυριακή.
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